Capaccio-Paestum, rifiuti tossici nelle tombe antiche della necropoli del Gaudo

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Capaccio-Paestum, rifiuti tossici nelle tombe antiche della necropoli del Gaudo

Per la comunità scentifica internazionale sono le tracce più antiche del mondo che rappresentano insediamenti umani nella zona pestana. La necropoli del Gaudo, casualmente scoperta dagli alleati anglo-americani nel 1944, durante la costruzione di una pista di atterraggio, risale addirittura al periodo del paleolitico. Le tombe, di tipo a camera, sono circa 34 e si estendono per un’area di circa duemila metri quadrati, a pochi passi dai più famosi templi greci.

Queste antichissime testimonianze sono diventate vittime di screanzati inquinatori senza un briciolo di scrupolo che hanno trasformato la via Laghetto, la strada lungo la quale possiamo osservare le tombe, in un’enorme discarica a cielo aperto. In quella zona si possono trovare rifiuti di ogni genere, tossici e non, sversati in quantità abbondante: i l pericolo maggiore proviene dalle lastre di eternit che contengono amianto, poi pneumatici, indumenti, plastica e residui domestici di ogni genere.

Su tutte le furie i turisti e gli studiosi che si recano in Italia e scoprono un sito di tale pregio lasciato all’incuria più totale.

Dall’enciclopedia on-line…
Esempio di sepoltura del Gaudo: un accesso con anticamera, da cui si diramano due camere funerarie, contenenti ceramica cerimoniale e scheletri umani in posizione fetale. Le tombe a “forno” erano scavate nella roccia con un pozzetto d’accesso ed una o due camere sepolcrali a sepoltura multipla. Il rito funebre era svolto da più persone; una volta conclusosi, la cella sepolcrale era chiusa da un gran masso. Le sepolture erano utilizzate per successive deposizioni; in questo caso i resti del defunto più recente venivano spostati in fondo alla cella, insieme a quelli che lo avevano preceduto. Nelle tombe sono stati ritrovati numerosi askoi, caratteristici vasi a saliera. Lo studio della disposizione delle ossa e degli arredi funebri ha fatto ritenere agli studiosi che queste genti si raggruppassero in clan familiari di indole guerriera.

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