Policastro. Il centro “Le rose” chiude: 28 licenziati e anziani in strada

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Policastro. Il centro “Le rose” chiude: 28 licenziati e anziani in strada

I motivi
Il centro “Le rose” ha le ore contate, ormai la chiusura dell’impianto è cosa fatta. In fondo a questa drammatica decisione, che lascerà a casa 28 dipendenti e metterà alla porta ben 35 anziani ospite della dimora, c’è la mancata autorizzazione ad eseguire lavori di ristrutturazione della struttura. La ditta che si stava occupando dei lavori è la “Multiservice sud” che ha già notificato le lettere di licenziamento collettivo ai lavoratori.

Un passo indietro
La situazione è a dir poco drammatica. Già 5 mesi fa, precisamente nell’agosto 2011, si erano vissuti momenti di preoccupazione e alta tensione per gli stessi motivi che porteranno fra pochi giorni alla chiusura del centro. Ma, allora, grazie all’intervento della Camera del lavoro di Sapri che si schierò al fianco dei lavoratori, il centro continuò nella propria attività.

Attualmente
C’è da sottolineare che la mobilitazione a sostegno dei lavoratori non si ferma. Per esempio nella giornata di ieri 18 gennaio, il segretario della Cgil, Arturo Sessa, ha inviato una missiva all’indirizzo di tutti i sindaci che fanno parte del ‘Piano Sociale di Zona s9’ e agli assessorati alle politiche sociali e del lavoro della provincia di Salerno. Nella missiva il segretario chiede di intervenire con urgenza attraverso la convocazione di una conferenza dei sindaci dello stesso ambito per affrontare seriamente la questione.

Il commento del responsabile della Camera del Lavoro
“Crediamo che la riunione tecnica convocata dal Piano Sociale di Zona S9 per il 25 gennaio sia davvero poca cosa rispetto all’urgenza di trovare una soluzione seria e definitiva per la vicenda – ha affermato Domenico Vrenna, responsabile della Camera del lavoro di Sapri al quotidiano quasimezzogiorno.it – credo che questo sia il momento di fare sul serio e quindi occorre, a nostro avviso non solo l’intervento di tutti i sindaci del Piano di Zona S9 ma soprattutto delle istituzioni provinciali e regionali – ha continuato Vrenna – Ora è una questione “umana”: occorre dare dignità ai lavoratori con la certezza del lavoro, ma soprattutto occorre garantire l’assistenza ed un futuro dignitoso ai 35 anziani che da mesi oramai vivono con l’incubo di finire in mezzo alla strada” ha concluso Vrenna.

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