Teschi dell’antica Roma svelano migrazioni su costa del Cilento

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Teschi dell’antica Roma svelano migrazioni su costa del Cilento

I teschi che riemergono dalle sepolture dell’antica Roma svelano le migrazioni che hanno ridefinito le coste del centro e sud Italia: qui le varie comunità presentavano caratteristiche fisiche ben distinte e riconducibili ad etnie diverse, mentre nei dintorni dell’Urbe il continuo flusso di schiavi liberati e manovali aveva reso la popolazione più eterogenea. Lo dimostra uno studio pubblicato su International Journal of Osteoarchaeology dagli antropologi delle università del North Carolina e della California.

I ricercatori hanno usato le più avanzate tecniche forensi per esaminare 73 teschi risalenti al periodo compreso fra il primo e il terzo secolo dopo Cristo: 27 teschi sono stati recuperati sull’Isola Sacra (vicino alla foce del Tevere), 26 sono stati trovati a Velia (sulla costiera Cilentana) e 20 sono stati rinvenuti a Castel Malnome, alla periferia di Roma. I resti di Isola Sacra e Velia appartenevano a mercanti e artigiani, mentre quelli di Castel Malnome erano di manovali.

Ogni teschio è stato esaminato facendo misurazioni in corrispondenza di 25 punti differenti grazie ad una speciale penna elettronica (chiamata ‘digitizer’) che registra le coordinate di ogni punto: i dati raccolti hanno permesso di analizzare la forma secondo l’innovativo approccio della ‘morfometria geometrica’. «Abbiamo scoperto significative differenze nei crani delle varie comunità costiere, sebbene i soggetti fossero paragonabili per classe sociale ed impiego», spiega l’antropologa Ann Ross. «Ciò potrebbe essere dovuto al fatto che l’area intorno a Velia aveva una popolazione più di origine greca che indigena», aggiunge la coordinatrice dello studio, Samantha Hens. Inoltre, i resti di Velia e Isola Sacra hanno più somiglianze con quelli di Castel Malnome che fra di loro. «Questo indica l’estrema eterogeneità della popolazione vicino Roma, e l’influsso di liberti e manovali per i lavori manuali nell’area», conclude Hens.

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