Ferrovia Sicignano Lagonegro, interrogazione parlamentare di Iannuzzi: «I conti non tornano»

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Ferrovia Sicignano Lagonegro, interrogazione parlamentare di Iannuzzi: «I conti non tornano»

Dopo un anno di attesa, grazie all’interrogazione parlamentare di Tino Iannuzzi, il Governo ha reso note le cifre emerse dalla valutazione parametrica di Rfi sul ripristino della ferrovia Sicignano-Lagonegro. «Si tratta dell’ennesima anomalia – fa sapere il comitato per la riattivazione della linea ferroviaria Sicignano – Lagonegro -, con tanti punti contestabili: l’importo ammonterebbe adesso a circa 370 milioni di euro, cifra diversa sia rispetto ai costi del 2006 della Regione Campania che variavano dai 365 ai 635 mln che ai 51,6 mln del 1999 di Ferrovie dello Stato».

«Il balletto continua, e questa volta è emerso un risultato nuovamente poco chiaro. Ad esempio, il lavoro tiene conto dell’eliminazione dei passaggi a livello: ma come si possono eliminare tutti i Pl di una ferrovia che attraversa al centro una vallata?» si chiede il comitato.

«Bisognerebbe creare una ventina di sottopassi – spiega il comitato », e non sarebbe neanche necessario perché basterebbe un’automatizzazione, visto che i passaggi a livello continuano ad esistere su linee ben più importanti, come ad esempio la Salerno-Nocera-Napoli, anziché andare ad impelagarsi in più che onerose opere infrastrutturali per strade di campagna poco trafficate. Inoltre Rfi, al termine dello studio, avrebbe dichiarato che “non è dunque ipotizzabile un servizio su ferro dai tempi e dai costi convenienti”: l’atteggiamento è alquanto ambiguo, perché non è professionale esprimere giudizi addirittura andando contro i propri interessi economici. Rfi, in qualità di gestore dell’infrastruttura, non dovrebbe esprimere giudizi in merito allo studio di fattibilità, in quanto l’analisi e la valutazione di fattibilità degli investimenti pubblici spetta al Nucleo di valutazione e verifica del ministero dei Trasporti».

L’attacco del comitato: «Al di là di tutto ciò, resta il fatto che per i cittadini è arrivata l’ennesima presa in giro. L’Ad di Ferrovie dello Stato, Moretti, ci aveva assicurato, nell’incontro avuto il 12 Aprile 2013, la consegna di uno studio di fattibilità a costo zero, finalizzato al minimo costo di gestione, senza il Servizio controllo marcia treno (Scmt) menzionato nella risposta all’interrogazione parlamentare, con un servizio ”a spola” , in una prima fase, tra Polla e Sicignano, come quello esistente tra Salsomaggiore Terme-Fidenza-Parma e, invece, il tutto si è trasformato in una valutazione parametrica, consegnata a distanza di quasi un anno, che prende le mosse dallo studio commissionato dalla Regione Campania nel 2006».

Il Comitato comunque non si arrende e rilancia: «Consulteremo un ingegnere specializzato in trasporti e infrastrutture per una consulenza. Non vogliamo contestare a priori, abbiamo chiesto l’accesso agli atti per avere lo studio pagina per pagina e cercheremo di tirar fuori le cifre e gli interventi necessari al primo tratto fino a Polla” afferma il presidente».

La strada da seguire, di fronte ad una cifra ancora una volta incerta ed importante, resta quella di lavorare per tratte funzionali. L’intento del Comitato è quello di arrivare al vertice al Ministero con le proposte fattive sul primo tronco di 28 km tra Sicignano e Polla, al fine di concordare con Regioni, Ferrovie, Unione europea e Governo l’avvio di un iter e di un progetto che riporti il treno nel Vallo di Diano. 
«E’ quello che ci aspettavamo, e più passa il tempo più le condizioni peggiorano. Certo che rifarla da capo costerebbe di meno, a sentire lo studio” ironizzano dal Comitato. Certo è che ci sono ancora troppe cose strane in questa storia, ma andremo a fondo, convinti del fatto che la linea ferrata serva e che alla fine dei giochi tutti si dovranno assumere le proprie responsabilità».

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Twitter @BiagioCafaro

 

Di seguito l’interrogazione parlamentare di Iannuzzi e la risposta del sottosegretario

75-01402 Tino Iannuzzi: Studio di fattibilità per il ripristino della linea ferroviaria Sicignano degli Alburni-Lagonegro.

TESTO DELLA RISPOSTA

  La problematica oggi all’esame, relativa alla linea Sicignano degli Albumi-Lagonegro, è stata già oggetto, come è noto, di diversi atti di sindacato ispettivo.
  In merito, Rete ferroviaria Italiana (RFI) ha evidenziato di aver provveduto a redigere lo studio di fattibilità con lo scopo di valutare la stima dei costi di ripristino dell’infrastruttura nell’ipotesi di riapertura della linea ferroviaria Sicignano-Lagonegro, chiusa all’esercizio ferroviario dal 1987, e dei successivi relativi costi di gestione.
  La linea ferroviaria, a singolo binario e non elettrificata, già prima della dismissione aveva delle restrizioni di esercizio con limitazioni di sagoma, di lunghezza e di peso dei convogli e, in alcuni punti, di velocità.
  Lo stato della linea evidenzia il livello di degrado derivante dal lungo periodo di abbandono. La sede ferroviaria è completamente ricoperta di vegetazione. Le caratteristiche del corpo ferroviario non rispondono alle attuali prescrizioni normative.
  L’armamento deve essere completamente sostituito. Gli impianti e gli apparati di stazione sono divelti e il loro stato di degrado non ne consente il recupero.
  Sono completamente assenti opere di regimentazione idraulica.
  I fabbricati viaggiatori sono per la quasi totalità in pessimo stato di conservazione e presentano dissesti statici evidenti. Le gallerie ferroviarie si presentano in condizioni statiche assai diverse: quelle del tratto iniziale sono in buono stato, mentre quelle del tratto compreso fra Montesano e Lagonegro presentano un’ampia serie di dissesti e cedimenti importanti, con perdita di sezione. Gli interventi consistono nell’adeguamento infrastrutturale, nonché nell’adeguamento delle nicchie secondo le nuove prescrizioni di RFI.
  Nello studio di fattibilità è stata assunta a base l’ipotesi di ripristinare la linea con le caratteristiche di transitabilità esistenti nella fase del suo esercizio, ante 1987.
  Sono state inoltre prese a riferimento le seguenti ipotesi:
   1. ripristino della linea ferroviaria nel sedime attuale;
   2. eliminazione di tutti i passaggi a livello;
   3. modifica del sistema di segnalamento ferroviario, con l’introduzione del Sistema di Controllo Marcia Treno (SCMT);
   4. mantenimento di tutte e sole le stazioni e fermate previste nello studio di fattibilità;
   5. previsione della sola presenza di pensiline in corrispondenza delle stazioni e fermate;

  Infine, non sono comprese le opere esterne alla sede ferroviaria, in particolare la viabilità di accesso alle stazioni e relativi parcheggi.
  A seguito delle analisi condotte, la stima dei costi del possibile ripristino della linea esistente è di circa 370 milioni di euro. Inoltre a seguito della riapertura della linea gli oneri di manutenzione ordinaria annui sono stati stimati in circa 2 milioni di euro all’anno.Pag. 121
  Inoltre, lo studio di fattibilità prende in esame anche i costi del servizio da parte dell’impresa ferroviaria, stimati in circa 11,4 milioni di euro all’anno (che dovrebbero essere così coperti: 9,6 milioni di euro all’anno corrisposti da parte della regione all’impresa ferroviaria attraverso la sottoscrizione di un Contratto di Servizio, comprensivi del corrispettivo per il pedaggio di accesso alla rete spettante a RFI, stimato pari a 1,4 milioni di euro all’anno; 1,8 milioni di euro all’anno quali introiti stimati dalla vendita dei biglietti).
  In definitiva, RFI non ha dunque ipotizzato un servizio su ferro dai tempi e dai costi convenienti.

5-01402 Tino Iannuzzi: Studio di fattibilità per il ripristino della linea ferroviaria Sicignano degli Alburni-Lagonegro.

  Il sottosegretario Umberto DEL BASSO DE CARO risponde all’interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

  Tino IANNUZZI (Pd), nel ringraziare il sottosegretario Del Basso De Caro, al quale augura buon lavoro, rileva che la questione oggetto di questo e dei precedenti e numerosi atti di sindacato ispettivo a propria firma è assai sentita nelle popolazioni e nei territori del Vallo di Diano e rientra nella problematica più generale del giusto e doveroso potenziamento del trasporto pubblico locale ferroviario. Giudica importante l’acquisizione dello studio di fattibilità, che si riserva di leggere approfonditamente in tutti i suoi contenuti ed in tutte le sue previsioni, dal momento che tale studio è stato solo brevemente sintetizzato dal sottosegretario. Nel prendere atto con favore che nello studio sono state valutate diverse ipotesi, osserva che il progetto di ripristino dell’intera tratta ferroviaria o anche di singoli segmenti delle medesima che si ritengano prioritari (quelli con maggiore bacino di utenza), dovrà vedere attivamente partecipi, oltre al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e RFI, innanzitutto la regione Campania ed anche la Provincia di Salerno. Ritiene che vada adeguatamente approfondita la questione per verificare soluzioni realistiche e possibili, dal punto di vista delle risorse disponibili. Il ripristino di tale collegamento ferroviario è, tuttavia, necessario tenendo conto che anche il riordino degli uffici giudiziari territoriali – che ha visto la soppressione dell’ufficio giudiziario di Sala Consilina e il suo accorpamento con quello di Lagonegro, misura rispetto alla quale ha da sempre espresso la propria motivata contrarietà – comporta sicuramente Pag. 104l’esigenza di rafforzare i collegamenti ed il trasporto su ferro in quell’area, che potrebbero essere efficacemente realizzati proprio attraverso la riapertura ed il ripristino almeno di singoli segmenti della tratta Sicignano-Lagonegro. Al riguardo occorre considerare la questione anche in sede di attuazione del progetto (già finanziato) di adeguamento tecnologico e velocizzazione della linea ferroviaria lungo la direttrice Salerno-Battipaglia-Vallo della Lucania-Sapri, con la previsione di eventuali «bretelle» di collegamento con il Vallo di Diano. Il ripristino dell’intera tratta, come evidenziato dalla risposta del sottosegretario, comporta un onere assai rilevante, pari a circa 370 milioni di euro, stante il comprensibile stato di degrado dell’infrastruttura conseguente alla sospensione prolungata del servizio ferroviario fin dal 1987. Dichiara in conclusione che continuerà a seguire con lo stesso impegno la vicenda, per ricercare soluzioni utili e positive.

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