Agropoli, la protesta per riaprire l’ospedale continua: ci sono 40mila firme

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Agropoli, la protesta per riaprire l’ospedale continua: ci sono 40mila firme

E’ una protesta pacifica che fa rumore, quella che chiede la riapertura dell’ospedale civile di Agropoli. Da settimane è partita una petizione che ha raggiunto già le 40mila firme. Ma soprattutto si è unita al coro di un gruppo di cittadini che nei giorni scorsi si è riunito davanti al presidio ospedaliero per una foto provocazione e non smette di far parlare di se. La foto scattata è l’immagine in primo piano di un sedere di donna, mentre davanti all’ospedale chiuso c’è un uomo agonizzante circondato da persone che lo assistono. Un modo per attirare l’attenzione seguendo la scia mediatica internazionale scatenata dalla nuova statua della Spigolatrice di Sapri, che è riuscita ad attirare l’attenzione dei politici e dei media di tutto il mondo. 

L’idea è stata della giornalista Raffaelle Giaccio. «La nuova statua della Spigolatrice di Sapri non la trovo né sessista, né provocatoria. Propongo una provocazione per attirare l’attenzione a ben altri problemi “seri” che investono la nostra provincia. Può darsi che con un bel vedere qualcuno si accorge di cosa non va», aveva scritto sui social.

La raccolta firme, invece, è nata dopo l’appello dei genitori di Tommaso Gorga, il giovane morto in un incidente stradale. Una tragedia che – forse – avrebbe potuto avere un altro epilogo se il pronto soccorso dell’ospedale di Agropoli fosse stato aperto. «Il 18 settembre del 2021 si è consumata una tragedia. – si legge su Change.org nel testo a supporto della petizione – Un ragazzo di soli 15 anni è morto in seguito ad un grave incidente stradale avvenuto a Castellabate. I soccorsi sono immediatamente arrivati sul posto ma il pronto soccorso più vicino era a Vallo della Lucania, a circa 50 km di distanza e con un tragitto durato circa 50 minuti. Per i medici di Vallo della Lucania, nonostante abbiano provato in ogni modo a salvare la sua giovane vita, non c’è stato nulla da fare».

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