Camerota, processo Kamaraton: dall’aula bunker chiesti 134 anni di carcere

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Camerota, processo Kamaraton: dall’aula bunker chiesti 134 anni di carcere

Nella giornata di ieri, 19 febbraio 2024, presso l’aula bunker del carcere di Fuorni a Salerno si è tenuta l’ennesima udienza del processo Kamaraton, inchiesta che nel maggio 2019 portò all’esecuzione di diverse misure cautelari e che ha portato a processo 44 imputati che – fino al 2016 – avevano rivestito la carica di amministratori locali, dirigenti e dipendenti dell’Ente, consulenti, in tal caso fornitori.

Terminata l’istruttoria dibattimentale, protrattasi per decine e decine di udienze attraverso l’esame di numerosissimi testimoni, di consulenti tecnici e l’esame di alcuni tra gli imputati, è toccato al pm titolare dell’indagine, Vincenzo Palumbo, tenere una lunga requisitoria (durata oltre tre ore) con la quale si sono riassunte le fasi delle indagini (effettuate soprattutto attraverso intercettazioni ambientali e telefoniche) ed analizzato il dipanarsi del processo attraverso i diversi momenti.

Al termine, poi, le richieste di condanna, pesantissime in molti casi. Per 10 imputati, invece, è stata richiesta l’assoluzione. Si tratta di alcuni ex-appartenenti alla Polizia Locale, ma anche di tutti coloro che, a vario titolo, nel periodo delle indagini avevano incarichi o collaboravano con la Soget Spa, agente esterno per la riscossione dei tributi comunali.

Negli altri casi, invece, pesanti le conclusioni della Procura. Chiesti – complessivamente – 134 anni di carcere, con posizioni più delicate per i componenti della Giunta Comunale di quegli anni, per l’ex-direttore generale dell’Ente e per alcuni funzionari apicali ed un consulente esterno.

Ci si è aggiornati al 4 marzo prossimo, con la discussione della parte civile e le prime posizioni delle difese. Si andrà poi avanti, con un fitto calendario, fino al 24 giugno 2024, data in cui potrebbe esserci la decisione del Collegio Penale che porrà fine, almeno con riferimento al primo grado di giudizio, ad una delle pagine più delicate della storia della cittadina cilentana.

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