Chiusura dei dispensari farmaceutici a Camerota: scontro tra sindaco e proprietari

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Chiusura dei dispensari farmaceutici a Camerota: scontro tra sindaco e proprietari

Quel fattaccio brutto dei dispensari farmaceutici lungo le vie di Camerota. Una storia che scava le proprie radici negli anni Novanta fino ai giorni d’oggi e si allunga in diverse frazioni del paese. La storia, tra diverbi, dissidi, apertura e chiusura dei dispensatori, arriva fino ai giorni d’oggi e al braccio di ferro tra Comune di Camerota e proprietà dei dispensari di Camerota. I Coppola. La Regione Campania, piccola premessa, con una legge dell’agosto del 2020 (la numero 35) ha in pratica demandato ai Comuni la decisione sulla chiusura dei dispensari laddove ci siano farmacie (e quindi non più necessari).

L’eccezionale coesistenza tra farmacia e dispensario – si evince dalla legge -, andrebbe valutata dall’Amministrazione nell’esercizio del suo potere discrezionale, con onere motivazionale aggravato dalla considerazione che la presenza di una farmacia attiva può non ostare all’istituzione del dispensario in casi del tutto marginali, caratterizzati da una residua particolare difficoltà nella distribuzione del farmaco. Detto ciò, l’Amministrazione comunale di Camerota guidata dal sindaco Mario Scarpitta ha decretato la chiusura dell’esercizio di Marina, al cui interno lavorano tra effettivi e stagionali 11 dipendenti. Decreto esecutivo dal 2 ottobre e con cui la proprietà sta preparando ricorso al Tar. In attesa di sviluppi dalle cosiddette carte bollate, occorre registrare reazioni e controreazioni.

La proprietà, i Coppola, si dicono affranti da quanto avvenuto e chiede che Stato, Regione e Comuni non voltino le spalle a un’attività lavorativa. “Papà – racconta Francesca Coppola – ha aperto nel corso degli anni tre dispensari farmaceutici perché è stato invitato a farlo per necessità di servizio sanitario nel caso di Lentiscosa (in seguito alla rinuncia del farmacista proprietario) e per ampliare l’offerta del servizio nel caso del Porto e del Mingardo. Papà ha chiesto mutui, ha trascorso ogni giorno della sua vita dietro a una scrivania, ha condotto una vita semplice, ha guidato automobili sgangherate e raramente è andato a cena fuori: tutto ciò che ha fatto lo ha fatto per farci studiare e vivere bene. La voglia di fare dei miei genitori in tutti questi anni ha garantito lavoro a decine di giovani, alcuni dei quali sono ancora qui con noi e oggi rischiano di finire in mezzo alla strada per diversi motivi, ma soprattutto per la prepotenza di chi non si rassegna alla propria inettitudine”.

Ora il rischio chiusura. “Resisterò fino all’ultimo giorno per la mia famiglia, per i miei colleghi, per le persone che hanno bisogno del nostro servizio, per la giustizia, per la libertà. Oggi è il momento di decidere da che parte stare, non esistono vie di mezzo, esiste solo metterci la faccia (una soltanto). Per chi voglia sostenerci, presso i nostri punti vendita sta andando avanti una raccolta firme per restare aperti”. E sono state duemila circa le firme raccolte. Di parere opposto il sindaco che ha respinto al mittente accuse di clientelismo e specificato la propria posizione. Anzi la ha “documentata”, ricostruendo gli ultimi avvenimenti.

“La Regione Campania ha previsto l’eliminazione e la chiusura (ad opera dei Sindaci) di tutti i dispensari ordinari ancora aperti nonostante la presenza di farmacie, lasciando solo la possibilità – a certe condizioni – di avere dispensari stagionali. Di tale circostanza sono stato informato per la prima volta con una nota dei carabinieri dei primi giorni di agosto. Preoccupato ed allo scopo di non privare i cittadini di Camerota in piena stagione estiva dei presidi territoriali aperti da oltre vent’anni, ho scritto all’Asl di Salerno ed alla Regione Campania per capire se la situazione dei dispensari di Camerota potesse o meno rientrare nelle eccezioni ed esclusione della norma regionale. Asl Salerno e Regione Campania mi hanno confermato l’obbligo di chiusura”. Scarpitta ha anche rivelato che ha ricevuto un avviso di garanzia con il quale viene accusato che omettendo la chiusura dei dispensari avrebbe dato ingiusto vantaggio ai Coppola. “È un paradosso, sono accusato di aver difeso i diritti della famiglia Coppola e dagli stessi Coppola accusato di aver chiuso i dispensari. Ovviamente non è così. L’ho riferito chiaramente nell’interrogatorio del 21 settembre, l’ha documentato ed argomentato l’avvocato di fiducia. Confido nella giustizia e nell’archiviazione del procedimento.

Nel frattempo ho adottato il Decreto sindacale di chiusura, nel rispetto di quanto richiestomi da Regione e ASL Salerno non avendo altre possibilità”. Quindi la chiosa. L’atto era dovuto ed improcrastinabile. Non c’è accanimento contro nessuno. Non ci sono interessi da difendere o pressioni di qualsivoglia natura”. Ultimo pensiero del primo cittadino riguarda il ricorso al Tar e i servizi ai cittadini. “Mai pensato di togliere un servizio ai miei cittadini e paradossalmente il decreto di chiusura permetterà alla proprietà di ricorrere al Tar”. Fine del capitolo. Non certo, considerando animi, vissuti, procedimenti e attività lavorative e politiche, la fine del fattaccio brutto dei dispensari farmaceutici lungo le vie di Camerota.

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