Cilento, siringhe abbandonate in spiaggia. L’ira dei residenti: «Pulite quello schifo»

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Cilento, siringhe abbandonate in spiaggia. L’ira dei residenti: «Pulite quello schifo»

Siringhe e aghi abbandonati sulla spiaggia di Montecorice. Residenti lanciano l’allarme: «E’ uno schifo, bisogna provvedere». Un medico ci spiega cosa bisogna fare in caso di puntura e cosa si rischia. «Bisogna distinguere se la puntura avviene solo dall’ago o dall’ago con la siringa, ed è importante portare entrambi al Pronto Soccorso: da un ago consunto o da una siringa erosa si può capire il tempo di permanenza sulla sabbia o nell’acqua salmastra, agenti atmosferici che inattivano velocemente i virus, anche all’interno della siringa».

Dopo quanto tempo un ago infetto non costituisce più pericolo di contagio?

«Dopo 48 ore si dimezza la capacità infettante e dopo 7 giorni non esiste più il pericolo, ma anche in questi sette giorni il rischio è basso». 

Quali sono le malattie che si possono contrarre da una puntura di siringa?

«Il rischio è soprattutto per l’Epatite B e C e per l’HIV».

I bambini sono però ormai vaccinati contro l’Epatite B.

«Sì, ma non tutti i bambini rispondono positivamente alla vaccinazione, vi è una percentuale minima, un 3% che non risponde, ecco perchè al Pronto Soccorso si valuta immediatamente lo stato immunitario dell’individuo».

Chi viene punto deve però sottoporsi a sei mesi di prelievi a ripetizione, esiste quindi la possibilità che emerga successivamente una malattia anche se i primi esami lo escludono?

«Gli esami che vengono fatti in “tempo 0” al Pronto Soccorso hanno un’altissima attendibilità, del 99,9%, ma esiste una percentuale bassissima, dello 0,1% che si esclude completamente dopo sei mesi. Anche se per un bambino i prelievi possono essere traumatici, bisogna ripeterli per avere la certezza assoluta di non aver contratto infezioni. Inoltre, nella maggior parte dei casi, il medico non riesce a vedere la siringa da cui proviene la puntura, e sta alla buona condotta clinica prescrivere al paziente la “follow up».

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