L’anima della confraternita e un invito a vivere le tradizioni del Venerdì Santo nel Cilento

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L’anima della confraternita e un invito a vivere le tradizioni del Venerdì Santo nel Cilento

“Il cielo ridiventa grigio. Qualcosa sta cambiando nell’aria. E’ un segno del destino. Il giorno più triste e bello dell’anno si avvicina”.  Sono queste le parole di apertura della nota pubblicata da Raffaele Meola, Presidente dell’Associazione Culturale “Pro Loco Montecorice”, sulla pagina ufficiale del social network Facebook. Egli si fa portavoce del messaggio della Confraternita del SS. Rosario di Montecorice e si tratta di un vero e proprio invito ai suoi compaesani, ai cilentani in generale ed ai turisti che in questi giorni visiteranno la nostra terra. Un invito a seguire i riti della settimana Santa nel Cilento che hanno il loro momento culmine nella visita ai sepolcri, perché, come spiega il sig. Raffaele, è proprio in questi giorni che “l’amore e la voglia di tanti giovani, anziani e bambini di indossare gli abiti della Congrega, testimoniano che il sacrificio del figlio di Dio non è vano”.
Le fonti storiche registrano la confraternita di Montecorice già nel 1589 e il documento dal quale partire per tracciarne la storia è una pergamena datata 6 febbraio 1589, esattamente cinque giorni prima dei festeggiamenti in onore del patrono San Biagio che allora veniva festeggiato l’11 febbraio: il tempo del viaggio da Roma a Montecorice, dove l’importante documento venne esposto in chiesa in occasione delle solenni celebrazioni.
Non abbiamo la data certa della fondazione di questa associazione di fedeli: la pergamena parla anche dell’esistenza della Confraternita da prima del 1571, per questo sarebbe una delle più antiche di tutto il Cilento. Risalgono alla fine del XVII secolo i primi statuti che regolano l’attività delle confraternite. Anche se già dal ‘500 a Napoli era consuetudine visitare i sepolcri durante la notte del Giovedì Santo,  è proprio in questi anni che comincia ad intensificarsi questa pratica.
Al XVII secolo risale probabilmente la scelta del rosso, colore che contraddistingue la confraternita di Montecorice. Sul sito ufficiale www.ssrosario.it apprendiamo che a quei tempi il rosso distingueva quelle del Rosario e del corpo di Cristo, il nero quelle del Monte dei Morti, il marrone quelle del Carmine. Altre confraternite erano caratterizzate da colori quali l’azzurrino, il turchino, il celeste ed il viola, poiché si identificavano nella figura della Madonna. Oggi la divisa ufficiale della confraternita è costituita da un camice bianco, una mozzetta, un cappuccio bianco, la medaglia identificativa e il cingolo ai fianchi.
In un clima culturale in cui fede e tradizione si uniscono e non è facile discernere l’una dall’altra, la confraternita si distacca dall’ideale di protezione sociale del XVIII secolo e in una società sempre più moderna diventa occasione di “incontro” e di “condivisione di valori socio-culturali”. Nei piccoli paesini nel cuore del Cilento Antico, alle pendici del Monte Stella, questa associazione è un punto di passaggio della vita sociale di tutti i più giovani: “l’ambizione ad esserne parte attiva”, leggiamo sul sito consigliatoci dal sig. Raffaele, è comune di ogni ragazzino che in questo modo gioca un ruolo importante nel tenere in vita ciò che va avanti da più di cinquecento anni.
Ogni momento della settimana Santa è vissuta con devozione e immedesimazione nel dolore da parte di ogni confratello:oltre alla preparazione spirituale che si concretizza nella preghiera e nella confessione, vi è la preparazione dei canti che comincia mesi prima e con costanza viene seguita fino al Venerdì Santo, quando si entra nel vivo di quel “rabbrividente momento di manifestazione del dolore per la morte di Cristo”. Generalmente, per quanto riguarda i paesi del versante sud-est del Monte Stella, le strofe, con esecuzione polivocale, sono composte da quattro versi di sette o otto sillabe ciascuno e ad essi si aggiunge una ripresa di due versi. Negli anni ogni confraternita ha codificato un proprio rituale, alcune di esse hanno ripreso l’antica disciplina dei “vattiènti” che veniva praticata in ginocchio, segno di “penitentia”, davanti all’Altare della Deposizione.
Al fine di valorizzare e far conoscere “la bellezza della nostra tradizione”, il Presidente Meola comunica tramite la sua nota che l’Associazione Culturale “Pro Loco Montecorice”, in collaborazione con il Priore Vincenzino Cera, ha intenzione di inaugurare “una sorta di Museo della Confraternita”, grande occasione per tutti i turisti che potranno ammirare e conoscere “questo nostro grande, immenso bene”.
 “Giorno di lutto è questo”, come cantano le confraternite, e proprio in questo giorno “giovani e meno giovani, […], renderanno omaggio alla tomba del Cristo, idealmente dislocata in ogni frazione cilentana”. La confraternita di Montecorice venerdì seguirà il seguente percorso: Rocca Cilento – Sessa Cilento – Valle Cilento – Stella Cilento – San Giovanni Cilento – Santa Lucia – Omignano – Ortodonico – Fornelli – Socia – Agnone – Montecorice.
È un’associazione che ancora la volta vuole scrivere “la storia che verrà”, tramandando antiche tradizioni, quelle che lasceranno “dentro di voi un dolce, emozionante ricordo”.

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