E’ caos tra le spiagge più belle d’Italia Infreschi e cala Bianca, saltano regole e passerelle: pericolo per i bagnanti

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E’ caos tra le spiagge più belle d’Italia Infreschi e cala Bianca, saltano regole e passerelle: pericolo per i bagnanti

Bagnanti in pericolo. Quando saltano boe, passerelle, schemi e regole, in mezzo al mare non si può che sottolineare un potenziale pericolo. Anche se accade tra le spiagge più belle d’Italia. A Camerota, tra le spiagge del Pozzallo, Cala Bianca e Baia Infreschi, queste ultime due vincitrici rispettivamente nel 2013 e nel 2014 del riconoscimento di Legambiente, i turisti non sono più al sicuro. Questi piccoli paradisi terrestri incastonati nella natura più incontaminata e tra le rocce del Mito, quelle leggendarie del nocchiero di Enea e della bella Kamaraton, sono raggiungibili via mare e via terra, grazie a sentieri complicati, disegnati dagli esperti del posto tra la fitta macchia Mediterranea. Via mare i turisti vengono accompagnati dai barcaioli del posto, che prima mostrano le grotte più belle e le cale più suggestive e, dopo, lasciano per qualche ora i clienti su una di queste tre spiaggette che ricadono nell’area marina protetta degli Infreschi e della Masseta e nel Parco nazionale del Cilento e del Vallo di Diano. Gli habitat naturali di molteplici specie di pesci e altri animali, nonchè della primula Palinuri (simbolo del Parco), sono protetti da particolari vincoli paesaggistici. Le baie fanno parte dei 23 chilometri di costa del comune di Camerota. Sono molto conosciute e frequentate dai vip: Infreschi ad esempio è stata la meta di Gianni Agnelli fin dagli anni ’70. 

Sulla gazzetta ufficiale della Repubblica italiana si legge che «nell’area marina protetta Costa degli Infreschi e della Masseta» non è consentita «qualunque attività di cattura raccolta e danneggiamento di esemplari; qualunque attività che possa costituire pericolo o turbamento alle specie animali e vegetali». Inoltre non è consentito «l’ancoraggio e l’ormeggio» oltre a tante altre cose. Per consentire la sosta delle imbarcazioni, da quando è entrato in vigore il regolamento, fino all’estate scorsa, il Parco e il Comune avevano installato 17 boe di ormeggio ecocompatibili, legate a puntoni infissi nei fondali per non danneggiare la prateria di Posidonia. Le catene delle boe sono state spezzate quest’inverno, presumibilmente, dal mare in tempesta. Sulla spiaggia di Pozzallo, come su quella degli Infreschi, era stato installato un pontile per favorire le operazioni di sbarco dei turisti da parte dei barcaioli di Marina di Camerota che li accompagnano. Sulla spiaggia di porto Infreschi il pontile è stato sequestrato dal corpo Forestale qualche mese fa. Sulla spiaggia del Pozzallo non è stato installato. Come non è stato fissato il corridoio di boe per delimitare le zone di balneazione sicura. I turisti, dunque, fanno il bagno, e le barche cariche di visitatori, sono costrette a scendere con la prua fin sulla sabbia per lasciare i passeggeri. Si corre il rischio di investire un bagnante, un subacqueo e sulle spiagge più belle d’Italia regna il caos più totale. Tra le tante regole, la normativa vigente prevede anche che sulla spiaggetta degli Infreschi, ad esempio, è consentita la presenza di un massimo di 69 persone.

«Non tocca a noi della capitaneria di porto installare i pontili di lancio, le boe che delimitano la zona di balneazione sicura o altro – spiega il comandante della guardia costiera di Marina di Camerota, Amleto Tarani – a noi tocca vigilare e far rispettare le regole, se non ci sono i corridoi le barche non possono scendere fino a riva e il Comune o il Parco dovrebbero, almeno con dei cartelli, indicare le acque balneabili sicure per salvaguardare l’incolumità dei bagnanti. Io controllo che la normativa attuale deve essere rispettata, come per le boe grandi in mezzo alla baia: se non ci sono non è compito mio, i guardiacoste controllano che non venga gettata l’ancora in mare in quella zona protetta». 

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