Morte Simon Gautier, esposto in procura per omissione atti d’ufficio e concorso omicidio

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Morte Simon Gautier, esposto in procura per omissione atti d’ufficio e concorso omicidio

Con un esposto alle procure di Vallo della Lucania, Potenza, Salerno e Cosenza, il Codacons interviene sul caso dell’escursionista francese Simon Gautier, deceduto in Cilento. L’associazione ha depositato una denuncia per omissione di atti d’ufficio e concorso in omicidio colposo nei confronti degli operatori responsabili del ritardo nel corso delle procedure di soccorso, e chiede alle procure di «voler utilizzare ogni strumento investigativo consentito dalla legge» per ricostruire quanto accaduto e in particolare fare piena luce su responsabilità e tempistiche di intervento. Il Codacons inoltre punta il dito sull’assenza di un idoneo sistema di geolocalizzazione del telefono attraverso il quale probabilmente il giovane poteva esser localizzato e, pertanto, soccorso in tempi molto più rapidi.

«Con la Direttiva 2002/22/CE l’Unione Europea imponeva l’adeguamento in materia, prescrivendo che ‘le informazioni relative alla localizzazione del chiamante devono essere messe a disposizione dei servizi di soccorso nella misura in cui sia tecnicamente fattibile’ – scrive il Codacons in un comunicato -. Eppure, solo a seguito dell’avvio di una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia (nr. 2114/2006) e di una condanna da parte della Corte di Giustizia Europea, il ministero dello Sviluppo Economico emanava il Decreto 12 novembre 2009 sul numero unico 112 di emergenza. Anche stavolta, però, non sono state attuate concretamente le disposizioni della Ue: di fatto, le Centrali Operative sono ancora oggi prive del sistema di geolocalizzazione delle chiamate d’emergenza, pur previsto dal decreto del Mise del 2009. Per questo insieme di ritardi, nel nostro Paese non è ancora operativo il sistema tecnologico Advanced Mobile Location (Aml) che consente di attivare in automatico il sistema di localizzazione e di comunicarlo ai servizi di emergenza (anche senza rete internet): un impianto ‘tecnicamente fattibile’ nonché utilizzato da dieci Paesi europei (in primis la Francia)».

Per l’associazione «emerge con tutta evidenza, pertanto, la prolungata inadempienza da parte delle istituzioni italiane nei confronti degli obblighi comunitari. Un’inadempienza grave, inaccettabile e imperdonabile, cui bisogna porre rimedio al più presto».

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