Olio d’oliva, Coldiretti: «Vola domanda monciale, +73% in 25 anni»

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Olio d’oliva, Coldiretti: «Vola domanda monciale, +73% in 25 anni»

Una rivoluzione nella dieta si è verificata anche in Paesi come il Brasile in cui l’aumento è stato del 393% per un totale di 66,5 milioni di chili, la Russia in cui l’aumento è stato del 320% anche se le quantità restano limitate a 21 milioni di chili e la Francia che con un incremento del 268% ha superato i 103 milioni di chili. La situazione è invece profondamente diversa nei Paesi tradizionalmente produttori come l’Italia dove nel corso dei 25 anni i consumi sono rimasti pressochè stabili (+8%), la Spagna dove c’è stato un debole aumento del 24% mentre in Grecia si è verificato addirittura un calo del 27%. A sostenere la domanda mondiale sono certamente gli effetti positivi sulla salute associati al consumo di olio di oliva provati da numerosi studi scientifici che hanno fatto impennare le richieste di quel crescente segmento di popolazione che nel mondo è attento alla qualità della propria alimentazione. Una consapevolezza spinta dai riconoscimenti acquisiti dalla dieta mediterranea il cui ruolo importante per la salute è stato certificato anche con l’iscrizione nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’Unesco avvenuta il 17 novembre 2010. Un’attenzione che in realtà si deve proprio ad un americano: lo scienziato del Minnesota (Usa) Ancel Keys, che da Acciaroli nel Cilento, dove visse per 40 anni, studiò per primo gli effetti benefici di questo stile alimentare. A pesare quest’anno sul mercato mondiale è anche il crollo della produzione Made in Italy che si è praticamente dimezzata (-49%) a 243mila tonnellate, con un deciso effetto sull’andamento delle quotazioni che rispetto all’inizio della anno solo schizzate del 54% alla borse merci di Bari dove hanno raggiunto i 5,90 euro al chilo, conclude la Coldiretti.

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