Pesca selvaggia nel mare del Cilento, M5s: «Chiesto incontro con Alfieri»

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Pesca selvaggia nel mare del Cilento, M5s: «Chiesto incontro con Alfieri»

Pesca selvaggia nei mari del Cilento, la questione arriva sul tavolo del ministero dell’Ambiente e del ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali su iniziativa dei parlamentari Ermete Realacci e Tino Iannuzzi. Riguarda una problematica, portata all’attenzione da Giuseppe Tarallo, ex presidente del Parco nazionale del Cilento: la presenza di una volante monobarca a largo delle acque del Cilento che minaccia l’attività dei piccoli pescatori locali. Sulla vicenda si è espresso anche il presidente del Parco Tommaso Pellegrino, e diversi esponenti del Movimento cinque Stelle, tra cui Roberto Fico. Ora, il consigliere regionale pentastellato Michele Cammarano, ha chiesto un incontro con l’assessore regionale all’Agricoltura e Pesca, Franco Alfieri. «I ritardi nell’attuazione del regolamento della pesca marittima, già segnalati con una interrogazione del Movimento 5 Stelle a firma del consigliere regionale Luigi Cirillo, stanno mettendo in ginocchio l’attività ittica del Cilento perché spesso nelle acque lungo la costa vi è la presenza di pescherecci a testimonianza della poca omogeneità e trasparenza dei regolamenti del settore nella nostra regione –  denuncia Cammarano che ha inviato a nome del gruppo consiliare regionale una lettera per chiedere un incontro urgente ad Alfieri, consigliere del presidente per l’Agricoltura, foreste, caccia e pesca per la mancata adozione del regolamento che ‘disciplina la pesca marittima e dell’acquicoltura’.  – La necessità di dotare la politica della pesca di strumenti idonei a gestire lo sforzo di pesca attraverso l’istituzione del sistema delle licenze per le navi operanti in acque comunitarie da un lato – sottolinea Cammarano –  ed il rilascio di speciali permessi di pesca per regolamentare le condizioni di esercizio, di periodi, di zone e tipo di pesca praticabile in determinate aree, ha contribuito alla formazione di una disorganizzazione normativa che ha comportato quello che già ci si immaginava: il collasso del sistema microeconomico della pesca». «Quello che sta accadendo lungo la costa cilentana – accusa il consigliere regionale – è la conseguenza degli ultimi decenni di mal gestione normativa comunitaria, che mai come ora, vede coinvolgere le nostre coste. Un peschereccio comunitario che opera nelle acque comunitarie – evidenzia Cammarano – è autorizzato a svolgere attività di pesca unicamente se esse sono indicate in un’autorizzazione di pesca. I ritardi accumulati nell’ attuazione del regolamento da parte della Regione Campania – prosegue il consigliere – sta distruggendo l’attività ittica dei pestatori e il modello della microeconomia come è quella cilentana. Non c’è più tempo da perdere – conclude Cammarano – insieme al collega Cirillo auspichiamo un incontro con il consigliere Alfieri e un’accelerata per l’attuazione del regolamento regionale affinché una volta per tutte si disciplini la pesca marittima e dell’acquicoltura».

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