Telelavoro e insegnamento a distanza, Adinolfi: «Potenziare rete e accesso internet per tutti»

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Telelavoro e insegnamento a distanza, Adinolfi: «Potenziare rete e accesso internet per tutti»

«Il lavoro e la scuola da remoto, durante questa pandemia, hanno palesato come in Italia il divario digitale tra chi ha facile accesso ad internet e chi no sia ancora troppo forte. Questo si traduce in difficoltà materiali per una fetta della popolazione che, per motivi geografici o socio-economici, rischia di rimanere esclusa dai processi di formazione e di lavoro, oggi ancora più di ieri.  Il Piano Scuola, che prevede oltre 400 milioni per potenziare la connettività delle scuole e bonus alle famiglie per connessioni ed acquisto di pc, è un primo passo importante, ma un analogo piano di intervento serve per portare la connessione in tutte le aree del Paese». E’ intervenuta così l’europarlamentare del Movimento 5 Stelle, Isabella Adinolfi, in merito alle difficoltà di accesso alla rete emerse, durante queste settimane segnate dall’emergenza Covid-19, in alcune aree dell’Italia, soprattutto nel Mezzogiorno, per una buona parte di italiani.

«Non tutti riescono ad avere facile accesso alla rete internet  – rincara la dose l’europarlamentare salernitana – E la stessa rete non è sufficientemente potente per sorreggere un traffico di rete che è inevitabilmente aumentato con il telelavoro e l’insegnamento a distanza, senza tralasciare le nuove modalità di incontri, di eventi, di visite museali e di musica, che hanno inevitabilmente rivoluzionato le nostre vite in questa fase storica».

«L’accesso ad internet è un diritto fondamentale della persona e condizione per il suo sviluppo individuale e sociale – conclude Adinolfi – Era il 16 marzo del 2017 quando durante una plenaria esprimevo la mia soddisfazione sull’accoglimento di proposta di elaborazione di una Carta europea dei diritti di Internet, per sancire formalmente l’accesso a internet e la neutralità della rete come diritti fondamentali. Ma ad oggi, purtroppo, in alcuni Paesi, come l’Italia, è rimasta solamente sulla ‘carta’».


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