Vibonati. Esiste un inquinamento del suolo da fuochi artificiali

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Vibonati. Esiste un inquinamento del suolo da fuochi artificiali

Riceviamo una mail inquietante da una nostra lettrice, A.M., che preferisce restare anonima visti i precedenti accaduti al suo conoscente e ci invia una documentazione fotografica del terreno che viene sfruttato per i vari festeggiamenti sacri nel comune cilentano, dove, è evidente dalle foto, c’è un forte inquinamento dovuto a residui di fuochi artificiali, alluminio, plastica e quant’altro. Rifiuti che impiegheranno decenni a scomparire, decomporsi, ma, nel frattempo le autorità locali, sembra, non siano intenzionate a spostare la location dei festeggiamenti. Il giornaledelcilento.it aspetta chiarimenti dalle autorità vibonatesi per la situazione creatasi. Intanto pubblichiamo per intera la mail giunta in redazione:
“Non ci volevo credere finchè M.,un mio amico vibonatese,mi ha condotto nel suo terreno e mel’ha fatto constatare.
A Vibonati da decenni il pezzo forte della festa di Sant’Antonio, ma anche di altri santi,è costituito dai fuochi artificiali che vengono esplosi in contrada Sorba in una sughereta adiacente al terreno di M., che vi ospita delle arnie per produrre miele prevalentemente di corbezzolo.
L’anno scorso due arnie su tre (ora ne ospita una trentina) sono esplose a causa, forse,dello spostamento d’aria prodotto dagli spari.
Per effetto di decenni di esplosioni il terreno della sughereta e quello circostante,fra cui  il fondo di M., è cosparso di carta d’alluminio, cerchi  di ferro e pezzi di plastica (molti piccoli come brecciolino), rifiuti, questi, che non si degraderanno neanche dopo secoli.
Il sindaco, ancora una volta invitato ad agire in merito, sostiene che sospendere i fuochi comporterebbe disordine pubblico e sommosse, tanto questa usanza è radicata nei vibonatesi, e che non sia il caso di spostare altrove le esplosioni, sempre per i suddetti motivi di ordine pubblico, conclude che può impegnarsi solo a far sì che il grosso dei rifiuti venga raccolto dopo gli spari e che si escogiti un sistema di protezione delle arnie.
M. non ha avuto risarcimenti per i danni subiti, anzi segnali intimidatori, e giustamente TEME la prossima festività del 17 gennaio.
Il terreno aspetta supino che lo ricopra un’ennesima doccia di plastica.”

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