Sono trascorsi più di duecento giorni dalla scomparsa di Gerardo Locuratolo, 54 anni, originario di Battipaglia, e di lui non si hanno ancora notizie. Un mistero che da mesi tiene con il fiato sospeso la famiglia e gli amici, rimasti in attesa di risposte che continuano a non arrivare.
Gerardo è scomparso il 16 aprile scorso. La sua auto, una Fiat, venne ritrovata poche ore dopo in una zona di campagna tra Battipaglia e Albanella, ferma sul ciglio della strada con le gomme tagliate e i vetri rotti: particolari che fecero pensare subito a un gesto violento o a un tentativo di depistaggio. Da quel momento, però, ogni traccia di lui si è dissolta.
Nei giorni successivi, carabinieri, protezione civile e volontari setacciarono le campagne e le aree boscate con l’ausilio di droni e unità cinofile, ma senza alcun esito. Con il passare delle settimane, il silenzio è diventato sempre più pesante.
L’ultimo sviluppo risale a settembre, quando la trasmissione televisiva Chi l’ha visto? ha riacceso i riflettori sul caso, parlando di un nuovo elemento emerso dall’analisi del cellulare di Gerardo, rimasto nella sua abitazione il giorno della scomparsa. All’interno del dispositivo, gli investigatori avrebbero trovato una fotografia enigmatica, ritenuta potenzialmente utile per le indagini.
Nell’immagine, secondo quanto trapelato, si vedrebbe una persona dal volto parzialmente coperto e un logo collegato a un’attività commerciale. Sullo sfondo, un poster di Valentino Rossi, dettaglio apparentemente irrilevante ma oggetto di ulteriori analisi per capire quando e dove sia stata scattata la foto e chi vi compaia.
Nonostante questo nuovo indizio, nessuna pista concreta ha portato a risultati. Le autorità mantengono il massimo riserbo, mentre i familiari continuano a chiedere verità e giustizia.
«Vogliamo sapere cosa gli è successo, non possiamo arrenderci finché non avremo una risposta», ha dichiarato il fratello in una recente intervista.
Ad oggi, nessun avvistamento né segnale utile ha consentito di ricostruire gli ultimi movimenti di Gerardo Locuratolo.
