Le domeniche di aprile all’oasi dell’Alento, nuove aperture dopo il successo di Pasquetta
| di Federico Martino Dopo l’apertura da record di Pasquetta, con oltre 3mila visitatori che hanno scelto di trascorrere la giornata nell’oasi del fiume Alento, il complesso attrezzato e il grande lago saranno riaperti al pubblico tutte le domeniche di aprile, dalle ore 10 alle 19.
Si inizia già domenica 11 aprile con un ricco programma di intrattenimenti per tutti i gusti, tra sport e relax in una full immersion nella natura. I visitatori potranno infatti scegliere tra birdwatching, pic-nic nelle aree attrezzate, lezioni di tiro con l’arco, visite alla diga e ai cunicoli di ispezione, passeggiate in bici o a piedi nel vasto parco animato da giochi di acqua, lungo il percorso di 7 chilometri che costeggia l’invaso o i 9 chilometri di sentieri che collegano la diga di Piano della Rocca ai 7 laghetti che raggiungono Omignano Scalo. Per la gioia dei più piccini sono in programma anche due spettacoli di burattini, uno di mattina (ore 10,30-13) e l’altro di pomeriggio (ore 16,30-18).
L’oasi del fiume Alento si estende per circa 3mila ettari, seguendo il percorso del fiume Alento e dei suoi affluenti. Ha il fascino di un variegato paesaggio, tra macchia mediterranea, praterie, bosco misto di latifoglie e foreste a galleria lungo le sponde del fiume, ma anche zone umide ricoperte di canneti e aree coltivate a olivo, vite, frutteti. In questo paradiso trovano rifugio alcune specie a rischio di estinzione come la lontra, la tartaruga palustre, l’occhione e la ghiandaia marina.
Il bellissimo lago si estende per 4 chilometri, mentre a valle della diga l’acqua alimenta altri 7 laghetti che formano una vasta zona umida di richiamo per gli uccelli acquatici. Capanni per il birdwatching, collocati in prossimità di tutti gli stagni e laghetti, consentono di osservare aironi, folaghe, martin pescatori e anatre tuffatrici che pescano nell’acqua è più profonda.
La diga in località Piano della Rocca a Prignano Cilento è uno sbarramento in terra alto 43 metri e lungo 600. La profondità dell’invaso va invece da 20 a 45 metri. Oggi rappresenta un polo idrico di importanza strategica per i Comuni circostanti: il maestoso impianto ingloba infatti 30 milioni di metri cubi di acqua che viene utilizzata per scopi irrigui, idropotabili, industriali, idroelettrici.
Questo polo tecnologico e naturalistico è una delle poche opere di ingegneria idraulica in Italia che si occupano di turismo ambientale e sostenibile. Tutto il complesso è stato progettato e realizzato per lo sfruttamento plurimo delle acque, con un complesso di strutture e organismi che fanno sistema e coprono vari settori (produzione acqua, energia, sistemi di telecontrollo e monitoraggio, centro di analisi acque, potabilizzatore e centrali idrolettriche), che lo rende un esempio unico per il Mezzogiorno.
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