Cinghiali, Cai: «In Cilento no a bracconaggio e caccia senza regole»

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Cinghiali, Cai: «In Cilento no a bracconaggio e caccia senza regole»

di Luigi Martino

Sull’emergenza cinghiali presente nel Parco Nazionale del Cilento ed aree ad esso contigue, il presidente del CAI Cilentano Andrea Scagano ribadisce «la contrarietà al bracconaggio e alla caccia senza regole e promuove altri tipi di strategie di contenimento». In questi giorni per quanto concerne il contenimento dei suini selvatici nel territorio cilentano, il dibattito si è fatto acceso. Quelle che arrivano dal Club alpino italiano cilentano, per bocca del suo presidente Scagano, sono innanzitutto parole di equilibrio.

«E’ chiaro che i cinghiali, e in generale gli ungulati selvatici, causano danni ingenti ai muretti, ai campi, ai sentieri e così via – afferma Andrea Scagano – senz’altro è necessario studiare strategie di contenimento. Ma è altrettanto vero che bisogna dire no al bracconaggio e alla caccia senza regole. Noi come Cai – prosegue Scagano – siamo presenti all’interno dei Consigli Direttivi dell’Ente Parco e dell’ATC Aree Contigue al Parco e in entrambi i consigli abbiamo sempre affermato che siamo assolutamente contrari a bracconaggio e caccia fuori dalle regole, una pratica che va a inficiare anche la possibilità di usufruire del territorio per altre attività, di stampo turistico e sportivo. Ma non criminalizziamo nessuno. Le battute di contenimento forse qualche volta ci possono stare, ma, ripeto, tutto deve svolgersi all’interno delle leggi. Ad ogni modo, noi siamo in linea generale contro la caccia e abbiamo degli operatori per la tutela ambientale che possono segnalare anche le infrazioni dei cacciatori».

«Abbiamo accolto favorevolmente l’indizione di una nuova fase di formazione di selecontrollori sia in area Parco che nelle aree contigue che partirà nei prossimi mesi covid permettendo. Dunque in questo momento, come rappresentante di un ‘associazione di protezione ambientale riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente, constatando l’emergenza in atto che sta colpendo i nostri agricoltori, da veri “ambientalisti del si” siamo pienamente favorevoli all’unica deroga possibile attuabile in un’area protetta per la caccia che è il cd. Selecontrollo» chiosa Scagano.

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