D: Vi siete trasferiti da Agropoli a Bologna. Come mai questa scelta?
R: Bologna per il tipo di vita che conduciamo è uno snodo logistico-strategico  perfetto. La stragrande maggioranza dei concerti si svolge nel  centro-nord e vivendo qui siamo così un pò vicino a tutto e tutti. Oltre al fattore dei live c’è da aver conto che per ovvi motivi tutto è  più funzionale rapportato alla nostra attività. Purtroppo dal sud  tutto è più difficile proprio per una maggiore aridità strutturale ma  non culturale. Infatti la nostra speranza nella crescita del nostro  territorio di origine è motivata dal fatto che comunque nel meridione  cresce sempre più una nuova e forte “voglia di fare”, una sete di  novità e prospettive. E’ però vero che le difficoltà e gli ostacoli  sono ancora tali da far credere che non si verifichi un adeguamento  imminente. Su Bologna c’è poi da dire che  è una città che ha sempre  esercitato un certo fascino per la sua vitalità e il suo fermento  artistico e avevamo voglia di provare a vivere questa nuova esperienza, così come è stato in passato per altre città, e forse lo sarà in  futuro per altre ancora. Insomma non è stata per forza una scelta da  “emigrante” piuttosto anche la voglia di unire l’utile al dilettevole.
 D: Credi che nel Cilento ci siano gli spazi per le giovani band?
R: Come ti dicevo prima appunto credo che  la voglia di fare non è sempre  supportata adeguatamente dalle capacità di metterla in atto. Nel  Cilento e ancor più su tutto il territorio campano, a parte le grosse  manifestazioni come il Neapolis o il Meeting Del Mare, ci sono diverse realtà che lasciano ben sperare. Il vero problema non sta tanto nel creare  qualcosa, ma nel fare in modo che queste  sopravvivano nel tempo. Una  triste e sconcertante testimonianza è la cancellazione del SDSM di  Guardia Sanframondi (BN). Un evento prezioso che è stato ammazzato da  subdoli e imbarazzanti giochi di potere. Una guerra tra poveri come  purtroppo se ne vedono tante nella nostra terra. Un cancro che va  sconfitto quanto prima.
 
 D: Com’è stata per voi la gavetta nel  Cilento?
R: Molto, ma molto dura. Ma è proprio da lì che abbiamo  tratto forza e determinazione. 
 D: Cosa si prova a ritornare a  suonare nel proprio paese d’origine?
R: E’ straniante immaginarci in trasferta. Molto probabilmente non riusciamo neppure ad avere questo  tipo di percezione. Per noi Agropoli equivale a “casa”. 
 D: Perché credi che questa Giornata Dell’Arte ad Agropoli, con voi come  headliner, sia stata organizzata proprio in concomitanza con il Meeting  Del Mare? Mancanza di programmazione sul territorio o credi ci sia di  mezzo la politica?
R: Vivendo a Bologna per noi questa è una data come le altre. Da musicisti non  possiamo entrare nel merito organizzativo di ogni singolo concerto.  Sarebbe impossibile, fuori luogo e al di fuori delle nostre competenze.  Certo detto ciò non vedrete mai i Toys suonare ad esempio ad un comizio  del PDL. Sarebbe in netta contrapposizione alla nostra etica morale.  Ma a meno che appunto la cosa non sia così palese non di certo possiamo  investirci di ruoli investigativi concerto per concerto, anche perché  sfioriamo quasi 200 date a tour, è impensabile.  Le “machiochie”  purtroppo ci sono ovunque, e il musicista e il giustizialista sono due  attività che richiedono un dispendio di energie tale da non poter essere esercitate in concomitanza per avere la giusta resa.  Noi cerchiamo di mantenere integrità morale e coerenza ai nostri principi, che ti  garantisco che sono da “duri e puri”. Non c’è compromesso che tenga  confronto alla nostra libertà e alla nostra integrità artistica e  morale. Non siamo mai rientrati in nessun tipo di “logica di potere” e  le combattiamo sempre con veemenza. D’altronde però la tua seppur  rispettabilissima ipotesi rimane comunque tale, frutto di una tua  supposizione personale.  Noi dal nostro canto abbiamo riscontrato  solo una grande volontà e quella “voglia di fare” di cui ti parlavo  prima. Cosa che noi non possiamo che premiare con il giusto  entusiasmo, saremmo altrimenti pedine di intrugli che non ci  riguardano e non ci rappresentano e di conseguenza carburante per  alimentare quell’incendio che fa tabula rasa di cultura, entusiasmo e  intraprendenza e che incenerisce la Campania e il sud da troppo tempo, prorio come ti dicevo prima per il SDSM. Noi crediamo nella buona fede e  nell’entusiasmo dei ragazzi che tanto stanno facendo per farci  suonare. L’unico referente con cui abbiamo avuto contatti infatti è un collettivo studentesco che si sta facendo in quattro per la  realizzazione di questo evento. Dobbiamo dare fiducia al loro  entusiasmo, è un atto dovuto per la crescita di questa terra e per le  nuove generazioni. I politicanti, gli approfittatori, gli  intrallazzatori, gli speculatori, gli ostruzionisti, beh, sinceramente e sentitamente, vadano a farsi fottere!


 
