Confermata la moratoria di un anno. Sabotato il referendum?

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Confermata la moratoria di un anno. Sabotato il referendum?

Come preannunciato dal ministro dello sviluppo economico, Paolo Romani, oggi, 23 marzo 2011 è stato deciso, dal Consiglio dei ministri, un anno di moratoria per il nucleare. Quindi, lo stop al ritorno delle centrali nucleare sarà di un anno, ma alcune indiscrezioni vorrebbero che lo stop al nucleare si prolungasse per 24 mesi. La moratoria, nella fattispecie, riguarda la localizzazione e la realizzazione di centrali e impianti nucleari sul territorio italiano. 

Come già scritto ieri, la moratoria sembrerebbe più una mossa politica per sabotare il referendum del prossimo 12 giugno, giorno in cui si voterà per l’abrogazione della legge sul nucleare, per l’abrogazione della legge sulla privatizzazione dell’acqua e per l’abrogazione del legittimo impedimento, argomento molto caro al premier Silvio Berlusconi. 

Riproponiamo la domanda che ci siamo posti ieri: “Quindi è scongiurato il pericolo di una possibile centrale nucleare sulla foce del Sele? Sembrerebbe proprio di no, anzi, tale provvedimento, paradossalmente, potrebbe rendere sempre più probabile la costruzione di una centrale nucleare in Campania, se, effettivamente, la decisione di rimandare la questione di un anno, scoraggerà la popolazione italiana ad andare a votare, mettendo in rischio il raggiungimento del quorum”. 

Questa la nota del ministero dello sviluppo economico: 

Il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro Paolo Romani, ha approvato un decreto legge che dispone la sospensione, per un periodo di 12 mesi, delle procedure riguardanti la localizzazione e la realizzazione di centrali e impianti nucleari sul territorio italiano.Per effetto immediato della moratoria, il ministero dello sviluppo economico e il ministero dell’ambiente non procederanno all’adozione degli atti necessari alla realizzazione degli impianti nucleari, a cominciare dalla predisposizione del documento programmatico sulla strategia nucleare. Così come disposto dall’Ue, restano confermati il deposito nazionale per lo stoccaggio e il ruolo dell’agenzia per la sicurezza nucleare, quale organo competente per lo studio e la programmazione delle politiche riguardanti la sicurezza nucleare.

“Il Governo oggi ha fatto una scelta responsabile e nell’interesse dei cittadini. L’Italia – ha affermato Romani – si muove dunque in piena sintonia con gli altri Paesi dell’Ue che, dopo il dramma di Fukushima, stanno definendo nuovi e più condivisi criteri di sicurezza riguardanti l’energia nucleare. Questo fronte resta per noi prioritario, e nei prossimi mesi faremo la nostra parte per far sì che l’Europa intera possa adottare standard di sicurezza nucleare concertati e massimamente affidabili. Adesso bisogna guardare avanti, per far sì che il nostro Paese, al di là dell’atomo, sia all’avanguardia nell’adozione delle nuove tecnologie energetiche, necessarie per ottenere un mix energetico più equilibrato e meno dipendente dalle fonti fossili. Penso – ha concluso il Ministro – per esempio alle fonti rinnovabili, che stiamo rendendo sostenibili economicamente per il sistema Paese, così da assicurare prospettive di pianificazione di lungo periodo alla filiera produttiva”.

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