I siti archeologici del Cilento. Roccagloriosa: un esempio da seguire… con cautela (parte V)

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I siti archeologici del Cilento. Roccagloriosa: un esempio da seguire… con cautela (parte V)

Prosegue la nostra inchiesta sui siti archeologici del Cilento partita con dei sopralluoghi a Sacco e Roscigno, due siti in evidente stato di degrado.

Concludiamo l’analisi del sito archeologico di Roccagloriosa.

Continua da I siti archeologici del Cilento. Roccagloriosa: Un esempio da seguire… con cautela (parte IV).

7.§ Stato del sito

Nel corso delle mie inchieste sullo stato dei siti archeologici del Cilento mi sono, mio malgrado, imbattuta in siti in pieno degrado conservativo.

Non è il caso di Roccagloriosa.

Raggiungere l’area archeologica risulta relativamente semplice, anche se la segnaletica risulta in alcuni punti insufficiente, in altri posta in punti di difficile individuazione, in altri ancora addirittura assente, motivo per cui sono stata più volte costretta a chiedere informazioni in merito a come raggiungere l’area di scavo.

Raggiunto il sito mi sono ben presto resa conto che discreto è lo stato di conservazione con evidente attenzione e cura per un luogo ricco di storia, anche se una maggiore attenzione al taglio delle erbe infiltranti sarebbe cosa gradita visto che diverse porzioni di mura ne risultano gravemente “attaccate”.

Decisamente da migliorare a mio giudizio è, inoltre, lo stato della sentieristica che conduce all’area intra moenia; le scalette di accesso appaiono, infatti, completamente sommerse da sterpaglie ed erbacce di ogni sorta, stessa situazione per l’area extra moenia, un immenso mare di erba infiltrante impedisce di discernere le diverse porzioni dell’area di scavo rendendo in tal modo difficoltosa se non, addirittura, impossibile la visita.

Un piccola isola felice, invece, appare il percorso relativo all’area delle necropoli.

Assenza totale di erbe infiltranti, ottima la segnaletica, presenza di punti luce per una possibile visita notturna (questo vale anche per l’area intra moenia), stato di conservazione ineccepibile.

La presenza infine dei due Antiquarium ricchi di reperti in ottimo stato quanto, purtroppo, privi di una esauriente documentazione sia in forma di brochure sia di opuscoli illustrativi conferma se non addirittura sottolinea la lunga strada ancora da percorrere affinchè i siti archeologici del nostro Cilento acquistino una degna e finalmente piena fruibilità.

8.§ Considerazioni conclusive

Il quadro cronologico fornito dalla più recente ricerca sul sito e le considerazioni appena fatte sulla documentazione epigrafica rinvenuta, non solo apportando elementi di rilievo alla problematica della complessità insediativa di un abitato di IV secolo a.C., ma allo stesso tempo ci forniscono una fondamentale base di partenza per comprendere il livello di strutturazione dell’abitato di Roccagloriosa al momento della sua massima fioritura.

La ricca documentazione archeologica ed epigrafica non lascia alcun dubbio che ci si trovi di fronte ad un abitato strutturato con evidenti aspetti di divisione dello spazio secondo criteri preordinati.

In tale tipo di complessa organizzazione insediativa la assenza di edifici pubblici e di una organizzazione centralizzata secondo il modello della città greco – romana non significa affatto assenza di una struttura politica.

È, inoltre, indiscutibile il ruolo di centralità che l’abitato agglomerato svolge nell’ambito dell’organizzazione e controllo di un territorio o, più propriamente, di un ben definito spazio agrario che è stato possibile documentare con ricchezza di dati per il IV secolo a.C. tra media valle del Mingardo e bassa valle del Bussento.

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