Tra Sele e Tanagro: analisi diacronica delle dinamiche territoriali. Parte II

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Tra Sele e Tanagro: analisi diacronica delle dinamiche territoriali. Parte II

Uno studio finalizzato ad analizzare nello specifico le trasformazioni del comprensorio Sele–Tanagro in un arco cronologico che va dal Neolitico all’Età del Bronzo finale, periodo nel quale l’area è stata occupata in modo differente da diverse popolazioni.

Continua da: Tra Sele e Tanagro: analisi diacronica delle dinamiche territoriali. Parte I

§3. L’ Eneolitico


Carta dei siti eneolitici generici

1. Sicignano – Lo Scorzo

3. Polla

4. Controne – Grotta Frà Liberto

18. Campora

Assegniamo genericamente all’Eneolitico i siti de Lo Scorzo di Sicignano degli Alburni, della Grotta di Polla (strati VIII-IX) e di Ponte Trenico (Campora) per la limitatezza dei dati forniti dalle pubblicazioni o per l’intrinseca genericità dei materiali rinvenuti, che in generale sono costituiti da ceramica grossolana a cordoni o a squame, che non consentono una maggiore precisione nell’attribuzione cronologico-culturale.

Carta dei siti Eneolitico 1

3. Polla

5. Castelcivita – Grotta dell’Ausino

23. Riparo dello Zachito

Casi di maggiore precisione diagnostica sono rappresentati dalla  grotta dell’Ausino (Castelcivita) e dagli strati X-XI-XII della grotta di Polla dove si riscontra ceramica della facies di Piano Conte, tipica dell’Eneolitico iniziale, e ,sul lato orientale del Vallo di Diano, il riparo dello Zachito .

I siti, tutti in grotta, si concentrano nel settore settentrionale del comprensorio e ancora ai suoi margini.

Carta dei siti Eneolitico 2

22. Buccino – S. Antonio

25. Eboli – Madonna della Catena

30. Paestum – Gaudo

Paestum-Gaudo, Eboli-Madonna della Catena e Buccino-S. Antonio sono evidenze eneolitiche appartenenti alla fase piena e precisamente alla facies del Gaudo e hanno una consistenza maggiore pur essendo solo di carattere funerario.

Si tratta di grandi necropoli che sottendono un popolamento numeroso ma dislocato sempre ai margini o addirittura all’esterno della perimetrazione del nostro comprensorio. Tale dislocazione segue in modo estremamente chiaro la grande direttrice viaria rappresentata dal corso del Tanagro-Se­le.

Carta dei siti dell’Eneolitico 3

2. Pertosa – Grotta dell’Angelo

31. Paestum – Cerere

15. Sassano – Grotta del Pino

21. Buccino – S. Mauro

23. Riparo dello Zachito

Le evidenze della fase finale dell’Eneolitico si suddividono equamente fra siti in grotta (2) e siti all’aperto (2). Se l’evidenza di Pertosa non risulta particolarmente significativa e quella di S. Mauro presenta solo analogie con la facies di Laterza, le evidenze della grotta del Pino e della necropoli di Paestum-Cerere sono abbondanti e diagnosticamene attribuibili a questa stessa facies. Nell’ambito della sua diffusione i due siti rappresentano i rispettivi anelli di congiunzione, l’u­no interno e l’altro costiero, fra la Campania settentrionale e la Basilicata e la Calabria.

L’interno del nostro comprensorio non viene ancora toccato.

§4. L’Età del Bronzo


Carta dei siti del Bronzo Antico

2. Pertosa – Grotta dell’Angelo

13. Monte S. Giacomo – Inghiottitoio Varlacarla

15. Sassano – Grotta del Pino

23. Riparo dello Zachito

26. Battipaglia – Castelluccia

27. Capaccio – Ponte Barizzo

31. Paestum

Anche nel Bronzo antico la dislocazione dei siti nel territorio pre­so in considerazione sostanzialmente non muta, ma si può notare subito un lieve incremento nel numero, segno dell’inizio di una occupa­zione più intensa e più stabile del territorio.

Le testimonianze, costituite dai siti di Paestum (ripostiglio Spinazzola, in area urbana), Ponte Barizzo, Grotta di Pertosa, inghiottitoio Varlacarla, Grotta del Pino, sono comunque situate ai margini del comprensorio esaminato. Le aree interne, in cui ad oggi non sono segnalati rinvenimenti assegnabili a questo periodo, non sembrano aver suscitato l’interesse delle comunità umane del tempo, forse perché la conformazione geografica del luogo, prevalentemente montuosa, non rispondeva né alle esigenze economico-produttive delle popolazioni né a specifici criteri di insediamento.

Oltre ai siti rientranti nel comprensorio, è da segnalare, all’e­ster­no del comprensorio, anche quello di Castelluccia (Battipaglia), in­dagato di recente.

La tipologia dei siti si presenta abbastanza varia: Ponte Barizzo è un insediamento all’aperto, come pure Battipaglia, che mostra anche una doppia valenza cultuale e funeraria; i siti del Vallo sono invece in grotta e mantengono questo stesso doppio aspetto (funerario e cultuale), riscontrabile specialmente nella Grotta del Pino. Va poi segnalata la singolarità del ritrovamento di Paestum, un ripostiglio di asce di bronzo intere e dello stesso tipo, che potrebbe aver avuto comunque un significato cultuale.

Carta dei siti del Bronzo Medio

1. Sicignano – Lo Scorzo

2. Pertosa – Grotta dell’Angelo

3. Polla

5. Castelcivita – Grotta dell’Ausino

6. Grotta S. Michele

7. Sorgente Auso

8. Costa Palomba

9. Madonna della Penna

10. Costa dell’Elce

11 – 12 Sacco

13. Inghiottitoio Varlacarla

14. Grotta Vallicelli

15. Sassano – Grotta del Pino

16. Grotta dei Fraulusi

17. S. Giovanni

20. Buccino – Tufariello

23. Riparo dello Zachito

24. Atena Lucana – Serra Mezzana

25. Eboli

26. Battipaglia – Castelluccia

28. Capaccio – Grotta della Madonna del Granato

29. Trentinara – Piano Molito

31. Paestum

34. Velia – Acropoli

37. Camerota – Grotta del Noglio

39. S. Giovanni a Piro – Valle del Mangano

40. Sapri – Carnale, Giammarone

Analizzando le caratteristiche della distribuzione si nota un gruppo settentrionale che si pone a raggiera intorno al massiccio degli Alburni: Lo Scorzo e le due grotte di Pertosa e di Polla, la grotta dell’Ausino, la Grotta di S. Michele, Costa Palomba, Madonna della Penna e Costa d’Elce. Gli ultimi quattro siti si dispongono lungo una direttrice che dal­la piana del Sele conduce al Vallo di Diano mediante il Passo della Sentinella.

Un percorso meridionale segue l’alta valle del Calore e, da Laurino, risale leggermente verso Sacco e poi alla Sella del Corticato. A questo percorso si raccorda quello che unisce i siti di Paestum, della Madonna del Granato e di Piano Molito che, proseguendo per Capizzo, Monteforte e Magliano, si raccorda a Laurino per continuare fino alla Sella del Corticato e sfociare nel Vallo all’altezza di Teggiano.

In questo contesto sembra rientrare anche il sito di Sacco Vecchia, nonostante non sia stato possibile rinvenire elementi inequivocabilmente diagnostici per effettuarne una datazione precisa. In effetti la posizione geografica in cui si colloca appare essere coerente con le altre realtà note per il Bronzo medio e rispondere alla stessa ottica insediamentale; d’altra parte le caratteristiche e la qualità del­l’im­pa­sto dei frammenti ceramici qui rinvenuti non contrastano con tale ipotesi ed anzi fanno propendere per una loro più probabile assegnazione al Bronzo medio. Anche i resti rinvenuti nella Grotta di Jacovo, localizzata proprio ai piedi del promontorio su cui sorge Sacco Vecchia, vengono attribuiti al Bronzo medio dalla dott.sa Giovanna Greco.

Tipologicamente si riscontra un aumento dei siti all’aperto rispetto a quelli in grotta, anche se questi ultimi risultano preponderanti (10 siti in grotta e 8 all’aperto).

È interessante osservare che tali insediamenti all’aperto si con­cen­trano nel cuore del nostro comprensorio a salvaguardia di quelle direttrici viarie che la idromorfologia del territorio evidenzia. Tale fe­no­meno è da collegarsi ad un ricorso più intenso al­la pratica dell’al­levamento, e pertanto della transumanza, all’interno dell’economia del periodo.

Carta dei siti del Bronzo Recente

2. Pertosa – Grotta dell’Angelo

5. Castelcivita – Grotta dell’Ausino

8, 9. S. Angelo a Fasanella – Costa Palomba, Madonna della penna

23. Caggiano – Grotta dello Zachito

25. Eboli – Turmine

28. Capaccio – Grotta della Madonna del Granato

34. Velia – Acropoli

Carta dei siti del Bronzo Finale

2. Pertosa – Grotta dell’Angelo

3. Polla

8. S. Angelo a Fasanella – Costa Palomba

24. Atena Lucana – Serra Mezzana

25. Eboli – Montedoro

26. Battipaglia – Castelluccia

28. Capaccio – Grotta della Madonna del Granato

31. Paestum

32. Agropoli – Punta S. Marco

33. Agropoli – Promontorio

34. Velia – Acropoli

38. Punta dello Zancale

Con la fine dell’Età del Bronzo nell’Italia peninsulare, e in modo particolare in quella tirrenica, si assiste al fenomeno della selezione e concentrazione degli insediamenti.

Il nostro comprensorio si mostra coerente con questa tendenza e pertanto assistiamo ad una caduta verticale nel numero dei siti. Se un breve prosecuzione nel Bronzo recente è attestata nella grotta dell’Ausino, come pure nella zona vicina di S.Angelo a Fasanella, prosegue ulteriormente  la sua vita  il sito di Costa Palomba probabilmente perché, ubicato in posizione eminente e strategica – tanto da essere tra quelli posti a quota più elevata -, si trova anche al centro del territorio e soprattutto sovrasta e controlla l’area attraversata dalle direttrici viarie e dai percorsi protostorici più importanti.

Prospicienti il Vallo, le due grotte di Pertosa e di Polla completano il loro ciclo vitale e Polla continua a lasciare messaggi di più ampi contatti con il mondo miceneo che lega anche gli altri siti, dove è stata rinvenuta ceramica micenea – Montedoro di Eboli, Castelluccia di Battipaglia e porta Giustizia a Paestum-  mediante un filo sottile ma tenace.

 Data l’esiguità numerica dei siti del Bronzo finale in Campania, dobbiamo tener in forte considerazione la realtà di Agropoli che nei suoi confini comunali presenta ben due villaggi coevi a poco più di un chilometro di distanza, posti sulle due prominenze costiere (promontorio del Castello e punta S. Marco).

Questo proiezione verso il mare, unita ad un apparente abbandono dell’interno, contraddistingue appunto la modalità insediamentale della fine dell’Età del Bronzo.

CONTINUA

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