L’Unità d’Italia secondo i Dub All Sense

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L’Unità d’Italia secondo i Dub All Sense

17 Marzo 2011: si “festeggiano” i 150 anni dell’Unità d’Italia.

Una storia che viene mostrata come quella di una nazione unita dal coraggio di uomini mossi da grandi ideali.

Ma quali furono i veri ideali che mossero questi personaggi ad unire l’Italia sotto un’unica bandiera?

Oggi i Dub All Sense, band dub partenopea già intervistata dal Giornale Del Cilento in occasione della loro performance al Meeting Del Mare 2010 (leggi l’intervista), ci presentano “Goodbye Riot Pt.2”, anteprima del nuovo disco in uscita a breve.

“Goodbye Riot Pt.2” è un electrodub ipnotico che ti scivola sulla pelle e ti entra dritto nelle vene.

Le parole che accompagnano il sound dei Dub All Sense sono tratte dalla lettera “Caro Nord” di Giuseppe Quartucci e sono recitate da Antonio Maria Lofaro.

Parole forti che, analizzando la condizione del Sud, fanno riflettere su come gli interessi di solito, nella storia, sono più forti degli ideali.

DI SEGUITO IL VIDEO DELLA CANZONE E IL TESTO

Grazie Nord:
– perché mentre dal 1860 mi racconti di un Sud che prima dell’unità non ha mai avuto un’ identità di popolo,
ho scoperto che il Sud era nazione dal lontano 1130 e sia pure sotto diverse dinastie ha sempre mantenuto lo stesso territorio mentre tu sei stato sempre uno spezzatino di staterelli;
 
– perché mentre dal 1860 mi racconti di un Sud povero, straccione e “affricano”,
ho scoperto che il Regno delle Due Sicilie ha portato in dote all’Italia unita oltre 2/3 della ricchezza monetaria circolante in tutti gli Stati preunitari, che c’era il maggior numero di medici per abitante, il più basso tasso di mortalità infantile mentre da te si moriva di pellagra, che c’era una bassissima pressione fiscale mentre il tuo Piemonte indebitato all’inverosimile era sull’orlo della bancarotta;
 
– perché mentre dal 1860 mi racconti di un Sud incolto ed inefficiente,
ho scoperto che dopo l’annessione hai fatto chiudere le nostre scuole per 15 anni per poter cancellare la memoria e la cultura di un popolo di millenaria civiltà, che il S. Carlo di Napoli è stato il 1° teatro moderno costruito al mondo ed in soli 270 giorni, che a Napoli c’erano manifestazioni teatrali ogni giorno e nella tua Milano si faticava a trovarne;
 
– perché mentre dal 1860 mi racconti di un Sud oppresso nella libertà di voce ed opinione,
ho scoperto che oltre la metà di tutte le pubblicazioni fatte negli stati preunitari veniva dal Regno delle Due Sicilie e da Napoli in particolare;
 
– perché mentre dal 1860 mi racconti di un Sud represso dalla feroce tirannia borbonica,
ho scoperto che i re Borbone risparmiavano la vita dei dissidenti politici mentre i tuoi Savoia li mettevano alla forca; che hai appellato il nostro Re Ferdinando ll “re bomba” per aver appena accennato a bombardare la città di Messina per difendere il proprio regno ed hai chiamato “Re galantuomo” il tuo Savoia che ha bombardato Genova per annetterla al suo regno;
 
– perché mentre dal 1860 mi racconti di un Sud arretrato industrialmente,
ho scoperto che il Regno delle Due Sicilie aveva il maggior numero di operai nelle industrie, che nel 1856 ebbe il premio internazionale come 3° Paese al mondo per sviluppo industriale e che primeggiava in tantissimi settori, scientifici e tecnologici tra tutti gli stati preunitari e spesso anche a livello mondiale e che dopo il tuo arrivo le industrie al Sud sono state chiuse e da te sono aumentate;
 
– perché mentre dal 1860 mi racconti di un Sud con una legislazione arretrata ed una amministrazione lenta,
ho scoperto che la legislazione del Regno delle Due Sicilie era la più avanzata tra gli stati preunitari e per alcuni punti finanche più di quella francese e che lenta era l’amministrazione del tuo Piemonte catapultata a Sud e definita borbonica con un sistematico lavaggio del cervello per darne un significato negativo;
 
– perché mentre dal 1860 mi racconti di un Sud delinquente, senza princìpi e rispetto delle norme,
ho scoperto che nel Regno delle Due Sicilie c’era un minor numero di atti delinquenziali che nel tuo Nord, che hai invaso (alle dipendenze dell’Inghilterra) il nostro florido e pacifico regno col tuo nordico massone Garibaldi in accordo con i nordici Savoia senza dichiarare guerra, corrompendo a suon di moneta e promesse di incarichi, i maggiori generali dell’esercito borbonico e facendo accordi con l’allora rozza criminalità siciliana e campana assegnandole un ruolo importante nella storia ed un potere che oggi per tuo merito mortifica il tessuto economico, sociale e politico del Sud;
 
– perché mentre dal 1860 mi racconti di un Sud emigrante,
ho scoperto che prima dell’unità nel Regno delle Due Sicilie non esisteva emigrazione anzi era questa, terra di ospitalità e di immigrazione e che ad emigrare erano i tuoi cittadini veneti, piemontesi, ecc.;
 
– perché mentre dal 1860 mi racconti di aver ideato e unito i fratelli italiani in un solo Stato,
ho scoperto che il concetto di Italia unita è molto più vecchio, risale al 1734 e nasce a Bitonto (Sud) con la cacciata degli austriaci, che da “fratello” hai massacrato persone  (infamate col nome di briganti) ree solo di difendere la propria patria e il proprio re dallo straniero, che hai perfino sciolto nella calce viva i corpi dei nostri soldati morti di stenti nel carcere di Fenestrelle per non essersi piegati al nuovo re usurpatore, che hai messo a ferro e fuoco interi paesi bruciando vivi anche vecchi, donne e bambini inermi, che hai stuprato le nostre donne, che ci hai ingannato con un plebiscito farsa, che hai distrutto la nostra industria;
 
– perché mentre dal 1860 mi racconti di un Sud rappresentato liberamente da propri politici,
ho scoperto che essi altro non sono che il più becero esempio di asservimento al tuo potere e per questo il Sud vero sarebbe ben lieto di disfarsene al più presto;
 
– perché mentre da anni mi racconti di una Roma ladrona,
ho scoperto che i tuoi imprenditori aprono fabbriche al Sud per prendersi aiuti economici e fiscali e quando questi rubinetti si chiudono sbaraccano tutto lasciando un mare di desolazione, che parli di federalismo fiscale ma vuoi tenere per te le tasse che le tue aziende devono pagare anche su prodotti e servizi venduti al Sud;
 
– perché mentre dal 1860 mi racconti di un Sud che non è mai esistito,    
ho scoperto che questo Sud di oggi, ferito, oltraggiato, stuprato, deriso, umiliato, incendiato, mortificato, annullato, rapinato, furbo, mafioso, illegale, sporco, povero, arretrato, inefficiente, disaggregato, opportunista, parassita, disilluso, piagnone, emigrante e mandato a morire in guerre assurde, è solo figlio tuo, figlio di quel maledetto 1860.
 
Caro Nord,
questo Sud sta aprendo gli occhi, quegli occhi che tu hai voluto fossero chiusi da un mare di menzogne ed è pronto a ripudiarti. Questo Sud non è più disposto ad essere una colonia di questa Italia nordista. Non ci sono alternative, o si costruisce una vera Italia oppure non dovrai essere tu a volere l’indipendenza ma il Sud a chiederti di andartene per la tua strada e di lasciarci liberi ed io sono sicuro che il mio Sud, il Sud di tanta gente perbene a cui hai rubato anche la libertà di gridare il proprio dolore e il proprio sdegno, troverà le migliori energie per riprendere quel cammino glorioso che il tuo cinico ed avido egoismo ha interrotto.
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