Omaggio alla Donna…..si fa per dire!!!

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Omaggio alla Donna…..si fa per dire!!!

“FEMMENE CIUCCI E CRAPE TENENO A STESSA CAPO”

“E FEMMENE HANNA PARLA’ QUANNO PISCIANO E ADDINE”

Attraverso i detti antichi di un popolo si può comprendere tanto della sua identità! Si evidenziano in modo sintetico ed ironico il vero pensiero ed il sentire nascosto da convenzioni e razionalità, è un’esplosione popolare profonda, erroneamente spesso banalizzata e considerata allo stadio di un semplice umorismo. 
La donna cilentana è sempre stata una grande donna, impegnata nella casa, nel lavoro dei campi, degli animali, attenta all’economia familiare. Era impegnata anche nella costruzione della casa, senza risparmiarsi, trascinando materiali con forza ed impegno. Hanno avuto parte attiva in proteste pubbliche, sempre in prima fila! Non possiamo dimenticare l’importanza delle sperimentazioni delle donne per l’ uso delle piante, determinanti nella Scuola Medica Salernitana, delle così dette “Saghe” Eppure, nel comune quotidiano,erano nascoste, non si vedevano nei bar, la vita amorosa era nascosta in campagne e resti di Castelli…..lì si succedeva di tutto!!! Ma mostrarsi insieme ai maschi, anche al proprio uomo, per la donna “per bene”, era concesso solo dopo l’ufficialità dell’unione!  Lavoro, impegno tanto su ogni campo, libertà di mostrarsi liberamente pubblicamente nulla. La rivalsa del maschilismo, spesso visto in crisi, viene espressa dai detti, di cui abbiamo citato due. “Femmene ciucci e crape teneno a stessa capo” è una chiara dichiarazione di disprezzo, come rivalsa di un complesso nei loro confronti sempre impegnate in tanti campi.
“E FEMMENE HANNA PARLA’ QUANNO PISCIANO E ADDINE” (OVVERO LE GALLINE, QUINDI MAI!), un modo subdolo per tenerle a bada…….ma, se pur dovevano, solo in pubblico, tacere spesso, in silenzio conducevano il tutto!
I dialetti nel Cilento subiscono varie diversità da luogo a luogo, ma il contenuto resta identico.
La donna restava l’espressione della tentazione, del peccato e….molto c’è da progredire ancora!
Come testimonianza artistica di tale concetto è interessantissima l’opera esposta nella Basilica di Castellabate S. Maria De Gulia, che rappresenta S.Michele Arcangelo che schiaccia sotto i piedi una sirena. Contro ogni ufficiale iconografia stabilita dal Concilio di Trento, che vede il Santo schiacciare un drago, simbolo di energia malefica, qui diviene una sirena, metà donna e metà uccello rapace, simbolo di femminilità ammaliatrice, come peccato!!
 

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