Il fiume Calore, “una storia da preservare”

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Il fiume Calore, “una storia da preservare”

 

Sulle pendici settentrionali del Monte Cervati, nei pressi della località Pruno, sgorga acqua limpidissima: sono le sorgenti del Calore.

Un leggero mormorio, e fra le rocce e il verde incontaminato dell’alto Cilento, un piccolo torrente di montagna, inizia a farsi strada, per discendere a Valle.

E’ qui che nasce il Calore Salernitano, nel cuore del Parco Nazionale, proprio dove il nostro territorio si mostra in tutta la sua bellezza, con i tratti paesaggistici più suggestivi dell’intero comprensorio.

Man mano che discende, con l’intendo di proseguire fino a riversarsi nel Sele, laddove il Cilento diventa fertile pianura, è protagonista di scenari mozzafiato, attraversando strette vallate, racchiuse fra pareti rocciose che offrono uno spettacolo che supera ogni umana immaginazione.

Ora dolce fra la vegetazione, ora formando piccole cascate, prosegue il suo cammino, fino ad incontrare l’abitato di Piaggine.

Questo centro sorge proprio ai margini del letto del fiume e con esso ha imparato a convivere in assoluta armonia.

Nei freddi inverni locali, il fiume si ingrossa, e nelle giornate caratterizzate da forti precipitazioni, arriva impetuoso e imponente, facendo sentire a gran voce il suo passaggio.

Le acque appaiono torbide e rumorose, finché, con l’arrivo del tiepido solo delle giornate primaverili, le nevi del Cervati iniziano a sciogliersi e tramite il Calore, sotto forma di acqua, vengono trasportate verso il mare.

Ed è ora che il Calore Salernitano, proprio da qui, a Piaggine, diviene docile e tranquillo, cullandosi fra il risveglio della primavera, le melodie e i colori di questa delicata stagione.

E ancora, prosegue verso Laurino, poi s’insedia fra le montagne su cui sorgono i secolari abitati di Magliano Vetere e le sue frazioni da un lato, e Felitto dall’altro, formando strette e affascinanti percorsi: sono le Gole del Calore.

E ancora prosegue, prima di congiungersi al Sele, tratteggiando un percorso di oltre 60 km, fatto di ogni bellezza che la natura di un fiume può offrire.

IL CALORE A PIAGGINE, IERI E OGGI

L’immagine idilliaca, finora descritta, si è in parte spezzata, da quando le acque del calore vengono captate già alla sorgente, impedendo il naturale deflusso del fiume, elemento vitale per l’esistenza di esso.

E questo ha provocato una rottura assolutamente da risanare fra “il fiume e la sua vita”.

A Piaggine ora il fiume si presenta così, offrendo un’immagine che non appartiene alla sua memoria, suscitando tristezza e desolazione.

E invece è questa la visione che un tempo si presentava agli occhi dei suoi ammiratori, ed è questa l’immagine che si rivuole, appagando l’animo e lo sguardo.

Un’immagine che ha sempre fatto parte delle genti che abitano questo luogo ed ha suscitato interesse e ammirazione nell’animo di chi ha avuto modo di vederlo, lasciando un ricordo indelebile nella propria memoria.

 

 

 

 

 

“Per il fiume l’acqua è vita, e per questo territorio il Calore è storia”

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